martedì 12 gennaio 2021

Mods e dintorni : viaggio nelle subculture giovanili dagli anni 20 ai giorni nostri. 1a parte : dalle "Flappers" allo stile "Zoot Suit"

Il fenomeno delle "subculture"
(Enzo Bellocchio)

 Parlando di "subculture" spesso si tende a semplificare e minimizzare la portata del fenomeno ridotto frequentemente a semplice moda fine a se stessa, ignorando e trascurando i presupposti sociali che le determinano. La società di cui facciamo parte, tende ad omologare le persone ad un modello comune, determinato da leggi, regole e convenzioni che danno vita a un modello culturale predominante al quale uniformarsi. Si va da una scelta più o meno consapevole a una vera e propria imposizione ma, in alcuni casi, si determinano condizioni che escludono a priori interi strati di popolazione messa ai margini per questioni economiche, ideologiche, culturali e purtroppo anche razziali e sessiste. E' un dato di fatto che le subculture nascano sempre fra i giovani nei quartieri proletari delle grandi metropoli occidentali, con l'eccezione del Giappone, vera fucina di "subculture" giovanili, come moto di reazione a quella società a cui è impedito loro entrarne a far parte. Se non posso far parte o non accetto la cultura predominante, me ne creo una tutta mia, essenzialmente si tratta di questo, dove anche io posso essere protagonista senza che sia il denaro o la condizione sociale a determinarne l'appartenenza. A fare da aggregante può essere un particolare tipo di musica, una moda, un certo modo di esprimersi, ma mai una ideologia politica che anzi, ha spesso strumentalizzato subculture giovanili appropriandosi dei loro modelli culturali asservendoli, in maniera truffaldina, alle loro cause. Emblematico, in tal senso, la connotazione ideologica che si è voluto dare del fenomeno degli "Skinheads" di cui parleremo nelle prossime puntate.


 Le "Flappers" : la prima vera "subcultura" dei tempi moderni. Una rivoluzione tutta femminile.  
Flappers



Il fenomeno delle subculture non è un fenomeno relegato solo ai tempi moderni, anzi. Andando a ritroso nei secoli ne potremmo trovare svariate,  alcune molto interessanti come ad esempio, quella dei "dandies", fenomeno legato alla moda del vestire ricercato fondato da Lord Brummel che, per inciso, aristocratico non era, ma che riuscì a farsi accettare da un mondo che non gli apparteneva, rompendo le convenzioni nel campo dell'abbigliamento e degli atteggiamenti da tenere in società. Ma volendo collocare in un'epoca ben precisa l'esordio delle subculture moderne, dobbiamo andare agli anni '20, con l'Europa dilaniata dalla grande guerra e l' economia europea e americana, duramente provate e al collasso. Durante la guerra le fabbriche belliche,(ma non solo) si sono riempite di giovani donne operaie per sostituire tanti ragazzi che sono andati al fronte. Questo determina una emancipazione innanzitutto economica di giovani donne che, a guerra finita, hanno voglia di divertirsi e di dimenticare le restrizioni e i sacrifici imposti dal conflitto bellico. Per farlo mettono in atto una vera rivoluzione culturale, non solo di sostanza ma anche di apparenza esteriore. Per appropriarsi di cose un tempo a loro precluse le ragazze, anche in questo caso provenienti da ambienti proletari, che non a caso si fanno chiamare "garçonne" (in francese "ragazzo"), si mettono in mostra adottando atteggiamenti e comportamenti tipici degli uomini,  si tagliano i capelli come i ragazzi, bevono alcool e non si preoccupano di fumare in pubblico, si truccano pesantemente incuranti del fatto che solo le prostitute all'epoca osavano farlo, non rinunciano al sesso occasionale, guidano le automobili e amano ascoltare e ballare il Jazz. Vengono chiamate anche "Flappers" a simboleggiare gli uccellini che sbattono le ali prima di spiccare il loro primo volo, ma rimane un termine ambiguo se si considera che già nel '600 con il termine "flap" si indicavano le giovani prostitute. E' un fenomeno quasi esclusivamente anglosassone ma che prende piede anche in Francia mentre, in Italia, la cosa rimane praticamente un fenomeno sconosciuto con qualche rarissima eccezione. E' uno scandalo senza precedenti che mette a durissima prova il mondo conformista e benpensante che però non riesce ad arginare il fenomeno che ben presto influenzerà in maniera irreversibile il mondo della moda e del cinema. Fra le Flappers più famose vanno citate Louise Brooks e Joan Crawford. Fra le rarissime flappers italiane la tarantina Anna Fougez.
Louise Brooks


Joan Crawford


Anna Fougez




"Zoot Suit", ovvero l'elegante rivolta dei ghetti
Negli Stati Uniti degli anni '40, prima che iniziasse la Seconda Guerra Mondiale, la cultura dominante era quella W.A.S.P. (White Anglo Saxon Protestant), ovvero i bianchi di diretta discendenza britannica. Qualsiasi altra minoranza aveva poche occasioni di avere un ruolo rilevante nella società dell'epoca. Drammatica era la situazione degli ispano americani e degli afro americani, praticamente relegati all'ultimo posto della scala sociale. Normale che in una società così discriminante verso le minoranze etniche, queste dovevano percorrere strade differenti per recitare un ruolo da protagonisti, finendo per trovarlo in un particolare stile d'abbigliamento chiamato "Zoot Suit". Il termine "zoot" non è altro che una reduplicazione della parola "suit" (abito) e si pronuncia "zuit". Quindi "Zoot Suit" va letto come "Zuit Suit" ed è una moda che prendeva spunto dagli anni '30, quando gli abiti per uomini erano caratterizzati da giacche abbondanti e pantaloni larghi. La moda "Zoot Suit" esaspera queste caratteristiche con giacche da misure extra e pantaloni esageratamente larghi. Anche gli accessori assumevano misure extra, come i cravattini quasi clowneschi. Completavano il tutto le scarpe bianco e nere a coda di rondine, le bretelle e un borsalino, chiamato "Fedora", dalla tesa esageratamente grande. La moda si allargò immediatamente nei ghetti afroamericani delle grandi metropoli statunitensi e contaminò anche il mondo della musica trovando in Cab Calloway un protagonista perfetto. Negli anni '80 Kid Creole con le sue "Coconuts" ripropose lo stile "Zoot Suit" con grande successo.
Cab Calloway


Kid Creole and The Coconuts


Questa subcultura non rimase confinata ai ghetti afro americani ma cominciò a fare proseliti anche nei sobborghi italiani di New York e Chicago e ben presto la moda "Zoot Suit" divenne un tratto distintivo dei gangster italo americani. Esiste un'ampia cinematografia che documenta questa caratteristica dello "Zoot Suit". Inizialmente tollerato e visto anche con divertita curiosità dalla cultura dominante degli americani di origine anglosassone, la cultura e la moda "Zoot Suit" fu pesantemente osteggiata durante e dopo la guerra, in quanto la taglia esagerata degli abiti veniva considerato uno sfregio e uno spreco alle ristrettezze imposte dalla guerra e si arrivò persino al divieto di vestirsi alla "Zoot Suit". Nel 1943, a seguito di un assassinio attribuito a giovani latinos messicani seguaci della "Zoot Suit", i marinai bianchi americani insorsero in una rivolta anti messicana, scatenandosi in una vera e propria caccia ai "Pachucos" ovvero i giovani messicani nati in america. Ma anche in alcuni ambienti neri radicali questa moda trovò feroci oppositori, fra questi Malcolm X che arrivò a definire le giacche "Zoot Suit" "cappotti assassini con forma a drappo, e pieghe e spalle imbottite come la cella di un pazzo". 
Italo americani in abiti Zoot Suit
Al Capone in perfetto stile "Zoot Suit"




lunedì 25 novembre 2019

The Smiths. Viaggio sentimentale attraverso le copertine dei loro dischi (Seconda parte). I singoli - 1a puntata


I Singoli



"Hand In Glove/Handsome Devil (Live)" - 1983




E' il 45 giri d'esordio della band di Manchester. Il primo demo fu registrato presso gli studi Strawberry di Stockport in un unica sessione al costo di 250 sterline, finanziate dal loro manager Joe Moss, il primo a intuire le potenzialità della band.  Il singolo verrà pubblicato dalla Rough Trade, una label che segnerà la storia degli Smiths, ricevendo subito buone recensioni che, tuttavia, non furono sufficienti a farlo entrare nell'Official Single Chart. In compenso catturò le attenzioni di John Peel che volle il gruppo in una sessione del suo celebre programma alla BBC Radio 1. Sulla copertina del disco compare una foto tratta dal libro "The Nude Male" di Margaret Walters, opera del fotografo Jim French. L'uomo nudo ripreso di spalle è il modello George O'Mara, più tardi anche mediocre attore. Come in altri casi, anche questo disco porta inciso sul vinile una frase : "Kiss My Shades/Kiss My Shades Too".


George O'Mara


Come già accennato precedentemente, Morrissey aveva una passione musicale sfrenata per le interpreti femminili degli anni '60 e, d'accordo con Johnny Marr, scrisse alcune lettere a Sandie Shaw  nel tentativo di convincere la "cantante scalza" a interpretare "Hand In Glove", appena incisa dal gruppo. La cantante, inizialmente, mostrò molta freddezza, spaventata anche dal clamore mediatico che gli Smiths avevano suscitato con "Reel Around The Fountain", il cui testo fu ingiustamente accusato di contenere riferimenti alla pedofilia. Le cose peggiorarono quando Morrissey spedì alla Shaw una copia del singolo; la Shaw si lamentò con il marito per la foto "con un uomo col culo di fuori". Ma le cose cambiarono rapidamente quando la band cominciò a mietere elogi da critici e riviste specializzate e dopo un intervento decisivo del boss della Rough Trade, Geoff Travis che riuscì a vincere le ultime resistenze di Sandie che a Londra, accompagnata dalla band, registrò tre canzoni del duo Morrissey - Marr, fra le quali, ovviamente, "Hand In Glove". Il pezzo fu proposto in un paio di trasmissioni televisive dove Sandie Shaw si presentò accompagnata da Marr, Rourke e Joyce. Indimenticabile il passaggio nel programma musicale "Top of the Pops" quando Johnny Marr e i suoi colleghi, accompagnarono Sandie Shaw suonando a piedi scalzi, un modo per omaggiare il modo di cantare di Sandie Shaw negli anni '60. A distanza di oltre 10 anni Sandie Shaw tornò nelle classifiche di vendita, iniziando un sodalizio con Morrissey e gli Smiths segnato da molti successi. Fu pubblicato un 45 giri con "Hand In Glove" e, sul retro, "I Don't Owe You Anithing". Il disco uscì con il solo nome della cantante e con una copertina, ovviamente curata da Morrissey sulla quale compare l'attrice britannica Rita Tushingham, protagonista del film "Sapore di Miele" (A Taste of Honey) del 1961, diretto da Tony Richardson e tratto dal romanzo omonimo della drammaturga Shelagh Delany che curò personalmente l'adattamento cinematografico.


Il 45 giri di Sandie Shaw con "Hand In Glove". In copertina Rita Tushingham in una scena tratta da "Sapore di Miele"



Rita Tushingham







"This Charming Man/Jeane" - 1983





Se chiedeste a un qualunque fan degli Smiths di indicare la canzone simbolo della band, moltissimi risponderebbero "This Charming Man". Presentata positivamente nella session radiofonica del programma di John Peel, su suggerimento di quest'ultimo divenne il secondo singolo ufficiale del gruppo. La scelta fu indovinata anche perché il gruppo era stato investito da una polemica assurda per il testo di "Reel Around The Fountain" che era proprio il pezzo scelto come nuovo singolo prima del suggerimento di John Peel. Secondo alcuni, il testo della canzone nascondeva alcuni riferimenti alla pedofilia, accusa sdegnosamente respinta al mittente da Morrissey e da Marr ma, per evitare ulteriori polemiche, fu deciso di sostituire il pezzo con "This Charming Man". Registrata presso lo studio Matrix di Londra, la cosiddetta "London version" della canzone lasciò insoddisfatti Morrissey e compagni ed, in effetti, essa risultava inferiore all'ascolto rispetto a quella presentata nella trasmissione di John Peel. Fu quindi necessario registrarne una terza versione, quella definitiva, negli Strawberry Studios di Stockport e il singolo divenne il vero trampolino di lancio degli Smiths. Per la prima volta, una band di una etichetta indipendente, veniva invitata nel salotto buono musicale della TV, ovvero "Top of the Pops", con un'esibizione che entrò nella storia, in uno studio sommerso dai fiori. Nel testo ci sono molti riferimenti letterari e cinematografici presi da Morrissey, come sempre, da quell'universo variegato che lo ha accompagnato sin dalla sua fanciullezza. Nel caso di "This Charming Man" sono due i punti di riferimento essenziali che hanno ispirato Morrissey. Il primo è il già citato libro di Shelagh Delany "A Taste of Honey" (Sapore di Miele), il secondo è un film di culto di Morrissey intitolato "Sleuth" (in Italia uscì col titolo "Gli Insospettabili") del 1972, del regista Joseph L. Mankiewicz che aveva come protagonisti Michael Caine e Laurence Olivier. Il verso "I would go out tonight, but I haven't got a stitch to wear" (Vorrei uscire stasera, ma non ho uno straccio da mettermi) è integralmente preso dal libro "A Taste of Honey". Morrissey dichiarò in una intervista che quella frase gli ricordava molti momenti della sua vita prima di diventare famoso, quando doveva declinare molti inviti perché non aveva scarpe e vestiti adatti. Il verso "A jumped-up pantry boy, who never knew his place"  (un ragazzo insolente che non sa stare al suo posto) è quasi identica a una battuta del film "Sleuth" pronunciata da Laurence Olivier a Michael Caine in una drammatica scena del film mentre lo minaccia con una pistola in mano e accusandolo di essere un "jumped-up pantry boy who doesn't know his place".



Il Film "Sleuth" (1972) - "A jumped-up pantry boy who doesn't know his place"
Laurence Olivier e Michael Caine


L'immagine riportata sulla copertina è tratta da un film del 1950 di Jean Cocteau, poliedrico personaggio amato da Morrissey, intitolato "Orphée" (Orfeo) che tratta, in chiave moderna, la tragedia di Orfeo e Euridice. Il frame scelto per la copertina è quello dell'attore francese Jean Marais (Orfeo) con l'immagine riflessa in una pozzanghera. Anche su questo 45 giri, direttamente sul vinile, vi è incisa una frase : SLAP ME ON THE PATIO, che, curiosamente, appartiene alla canzone "Reel Around The Fontaine" che era stata scelta come singolo ma poi sostituita da "This Charming Man". Nella versione del singolo nel formato 12", avente identica copertina,  la frase sul vinile è differente :  WILL NATURE MAKE A MAN OF ME YET ma, questa volta,  la frase è un verso di "This Charming Man"




Jean Marais nel film "Orphée" di Jean Cocteau (1950)

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"What Difference Does It Make ?" - 1984




Per il terzo singolo la scelta cadde su un pezzo presentato nella session radiofonica di John Peel, "What Difference Does It Make ?" e, per la realizzazione del 45 giri, fu scelta proprio la registrazione effettuata durante la session radiofonica, registrazione di gran lunga superiore ad un'altra effettuata in studio che compare nella track list del primo album del gruppo ed in alcune raccolte. Il testo della canzone parla di un amante abbandonato dal partner, timoroso di conoscere la vera identità sessuale dell'altro. Era più che sufficiente per alcune supposizioni riguardanti l'omosessualità (mai accertata pienamente) di Morrissey, che con il passare degli anni, appare sempre più come un essere "asessuato". Sulla copertina compare l'attore inglese Terence Stamp in un'immagine tratta dal film "The Collector" (Il Collezionista) del 1965. Si tratta di un'immagine facente parte di una sequenza poi scartata del film che vede l'attore sorridente con in mano un tampone imbevuto di cloroformio. Subito dopo la pubblicazione l'attore, infastidito da questa scelta, chiese che la sua immagine fosse rimossa dalla copertina. Così fu fatto e, per ovviare a questa cosa, fu preparata una copertina identica con Morrissey al posto dell'attore. Nella copertina "alternativa", al posto del tampone di cloroformio Morrissey ha in mano un bicchiere di latte. A seguito di una mediazione fatta da una amica comune, Sandie Shaw, Terence Stamp concesse il suo permesso per utilizzare la sua immagine. La foto con l'attore venne allora usata per la versione 12" del singolo.


La copertina "alternativa" con Morrissey al posto dell'attore Terence Stamp



                                                                           
"The Collector" - 1965

Terence Stamp in una scena del film assieme aSamantha Eggar

Terence Stamp 
                                                                                                                     



"Heaven Knows I'm Miserable Now/Suffer Little Children" - 1984






"Heaven Knows I'm Miserable Now" è una canzone molto autobiografica di Morrissey  e racconta lo stato d'animo che lo aveva accompagnato negli anni, dalla adolescenza alla nascita degli Smiths. Bellissimo questo 45 giri, personalmente è uno di quelli che amo di più, a partire dalla copertina di cui parleremo dopo. Mi soffermo prima sul Lato b del 45 giri, su cui è incisa la canzone "Suffer Little Children". Sarebbe stato difficile per tutti toccare un argomento così drammatico come i Moors Murders, gli orribili delitti della brughiera attorno a Manchester, di cui ho già parlato nella prima parte dedicata agli Album. Difficile per tutti ma non per Morrissey. Negli anni Sessanta, Myra Hindley ed il suo amante Ian Brady rapirono ed assassinarono 5 ragazzini/ragazzine di età compresa tra i 10 e i 17 anni, dopo averli seviziati e violentati. Seppellirono i corpi delle vittime a Saddleworth Moor, a nord di Manchester. Quando furono scoperti, il caso divenne noto come gli omicidi della brughiera ("Moors Murders"). Condannati all'ergastolo entrambi sono deceduti in carcere. A seguito delle ricerche effettuate dalla polizia, furono ritrovati i corpi di 4 delle 5 vittime, due di loro a distanza di 20 anni dai tragici eventi. All'appello mancava il corpo di Keith Bennet che non venne mai ritrovato. Morrissey, all'epoca dei fatti, era un po' più piccolo delle due vittime più giovani, Lesley Anne Downey e John Kilbride.   

Ian Brady e Myra Hindley



In più di una intervista Morrissey rivelò la profonda impressione che gli omicidi avevano lasciato su di lui da bambino, una sensazione opprimente di uno spirito intenso e malevolo che si avvolgeva attorno a Manchester, sensazione che non lo ha mai abbandonato e che lo segnò per sempre. Qualche mese dopo la pubblicazione dell'album "The Smiths", un parente di John Kilbride, sentì la canzone provenire da un juke-box di un pub. Irritato da ciò che credette essere uno sfruttamento commerciale degli omicidi, informò gli  altri parenti delle vittime che minacciarono azioni nei confronti del gruppo che, per la seconda volta, doveva fare i conti con accuse infamanti che intralciavano la loro ascesa.  Il Manchester Evening News riportò in un articolo sulla questione, che i parenti delle vittime degli omicidi della brughiera avevano mosso critiche al testo, poiché tre delle vittime erano state citate per nome. Alcuni giornali affermarono anche che la foto sulla copertina del singolo che ritrae Viv Nicholson (di cui parleremo più avanti) ricordava molto Myra Hindley, definita "la donna più malvagia d'Inghilterra". A seguito di questa diatriba, le catene di negozi Boots e Woolworths ritirarono l'album e il singolo dalla vendita. Morrissey in seguito stabilì un'amicizia con Ann West, la madre di una delle vittime, Lesley Ann Downey, che dichiarò pubblicamente  che le intenzioni della band erano più che onorevoli e che non c'era nessuna intenzione di voler sfruttare l'orrenda vicenda per fini commerciali e,lentamente, le polemiche finirono.



Abbiamo accennato, precedentemente, che la cover star di questo singolo ritrae Viv Nicholson. Il suo vero nome era Vivian Asprey ed era nata il 3 aprile del 1936 a Castleford, vicino a Leeds in Inghilterra, ma divenne famosa come Viv Nicholson, il cognome del suo secondo marito. Suo padre lavorava nelle miniere di carbone ma, a causa di una persistente epilessia, non fu più in grado di lavorare. Sua madre era asmatica. Essendo la figlia più grande, si prese cura dei suoi fratelli e sorelle più piccoli. Cresciuta in estrema povertà, non le fu permesso di usufruire di una borsa di studio che aveva vinto alla scuola d'arte. Dopo aver lasciato la scuola all'età di 14 anni, lavorò nella fabbrica di liquirizia locale Pontecraft per preparare torte. Rimase incinta all'età di 16 anni e sposò Matthew Johnson ma il matrimonio durò solo 2 anni. Conobbe allora Keith Nicholson nel 1961 ed ebbe da lui quattro figli. Una vita che sembrava segnata dalla povertà e dagli stenti quando, improvvisamente, il suo destino si incamminò per un percorso imprevedibile. Tutto cambiò una notte del 1961 e bastò quella notte a renderla celebre e popolarissima. Suo marito Keith, un semplice operaio, vinse con una incredibile scommessa su una serie di partite di calcio, tutte legate fra loro e sparse per un intero campionato, l'astronomica somma di 152,319 sterline, equivalenti all'incirca a 5 milioni di sterline attuali ! Intervistata a caldo, alla domanda di un giornalista che le chiedeva cosa avrebbe fatto con tutti quei soldi, la bionda Viv rispose con una frase che entrò nella storia del costume britannico : "Spend, spend, spend" (Spendere, spendere, spendere). Ma proprio le spese dissennate e alcuni investimenti sbagliati, bruciarono in soli 5 anni, l'enorme patrimonio della coppia, in parte conteso anche dal fisco inglese e ben presto Viv, che nel frattempo era anche rimasta vedova, dopo che suo marito si era schiantato al volante della sua fiammante Jaguar blu, si ritrovò sul lastrico.





Viv Nicholson con suo marito Keith con l'attestazione 
della casa di scommesse dell'incredibile vincita



Viv Nicholson


Seguirono anni di contese giudiziarie per motivi fiscali, altri tre matrimoni, una produzione della BBC sulla sua storia, una biografia scritta in collaborazione con un giornalista che fu anche lo spunto per una commedia musicale e persino un disco "Spend, spend, spend" inciso proprio dalla stessa Nicholson, una canzone scritta da suo fratello. Ma le precarie condizioni economiche continuarono a tormentarla tanto da portarla ad esibirsi in uno strip club. Ormai ottantenne, Viv Nicholson continuò a vivere modestamente fino ad ammalarsi di demenza senile. Morì l'11 Aprile del 2015. La sua celebrità è rimasta, comunque, intatta e Morrissey la omaggiò (quando era ancora in vita) con ben 3 copertine di 45 giri degli Smiths e, precisamente, "Heaven Knows I’m Miserable Now", "Barbarism Begins At Home"e "What She Said". Inoltre, nella canzone "Still Ill" nel testo vi è riportata un'intera frase tratta dall'autobiografia di Viv Nicholson e precisamente : "Under the iron bridge we kissed and although I ended up sore lips" (Ci siamo baciati sotto il ponte di ferro anche se ho finito con le labbra indolenzite).



Morrissey e una anziana Viv Nicholson


"Barbarism Begins At Home//Shakespeare's Sister/Strech Out And Wait" - 1985


Disco non ufficiale - "What She Said"




"William, It Was Really Nothing/How Soon Is Now/
Please, Please, Please, Let Me Get What I Want" - 1985




Per questo singolo le interpretazioni si sono sprecate. "Mi venne in mente che nella musica popolare, si è sempre discusso di matrimonio dal punto di vista femminile" disse Morrissey parlando della sua canzone "interpreti donne che cantano per le donne cose tipo non sposarti, rimani single, auto-conservazione, etc... Ho pensato che fosse giunto il momento di una voce maschile che parla direttamente a un altro uomo dicendo che il matrimonio è una perdita di tempo e che di fatto era "absolutely nothing". Secondo alcuni Morrissey la scrisse per un suo caro amico Billy MacKenzie, frontman dell'Associates (per qualcuno c'era qualcosa più che una semplice amicizia); secondo altri il testo ha dei chiari riferimenti al film di John Schlesinger "Billy Liar", altro caposaldo dell'universo del cantante mancuniano, costante fonte di riferimento e di ispirazione  dei testi di Moz.
La foto di copertina non è altro che la pubblicità degli altoparlanti ADS (se ne vede uno sul letto alle spalle dell'uomo). In seguito sorsero dei problemi di carattere legale che spinsero la Rough Trade a cambiare la copertina, sostituendola con una in cui compare l'attrice inglese Billie Whitelaw ripresa in una scena del film "Charlie Bubbles" (in Italia si intitolava "L'Errore di Vivere") di Albert Finney,
del 1967. Sul vinile vi è incisa la frase : THE IMPOTENCE OF ERNEST mentre, sul formato 12" la frase incisa sul vinile è : ROMANTIC AND SQUARE IS HIP AND AWARE




La copertina alternativa con Billie Whitelaw





"How Soon Is Now/Well, I Wonder" - 1984





Uno dei singoli meno riusciti degli Smiths con "How Soon Is now" che era già stata pubblicata come B-side di "William, It Was Really Nothing" un anno prima. Anche la copertina non è un granché disconosciuta dallo stesso Morrissey che la definì nel suo insieme, abberrante. Sulla copertina c'è un'immagine tratta dal film "Dunkirk" del 1958 di Leslie Norman in cui compare l'attore Sean Barrett mentre prega. Incredibilmente, negli Stati Uniti, questa copertina venne censurata poiché la posa venne ritenuta ambigua soggetta a interpretazioni inadeguate. Nel 1992, il singolo venne ripubblicato dalla WEA che, intanto, aveva rilevato dalla Rough Trade, l'intero catalogo degli Smiths. Sulla copertina un'immagine tratta dal film "Blow-Up" di Michelangelo Antonioni dove sono ritratti i protagonisti Vanessa Redgrave e David Hemmings. Nel testo, molto autobiografico, si parla di un individuo che è incapace di vincere la sua atavica timidezza. Uno dei versi della canzone "I am the son, and the heir, of a shyness that is criminally vulgar / I am the son and heir, of nothing in particular" è una dotta citazione del libro della scrittrice britannica George Eliot : "To be born the son of a Middlemarch manufacturer, and inevitable heir to nothing in particular".


Vanessa Redgrave e David Hemmings in una scena di "Blow-up" di Michelangelo Antonioni.
Su questo frame ricadde la scelta di Morrissey per la copertina del 45 giri ristampato nel 1992






"Shakespeare's Sister/What She Said/Stretch Out And Wait" - 1985




Forse la canzone scritta da Morrissey con più riferimenti autobiografici, questa "Shakespeare's Sister" e forse per questa ragione, quella che lui ama di più. Eppure il 45 giri fu accolto con freddezza e non entrò nella Top 20. Insomma, una vera battuta di arresto. Il testo è un mix di delusione e disperazione esistenziale (ovviamente riferito alla vita del cantante) e il desiderio di successo e notorietà. Il titolo è un acuto riferimento a un personaggio inventato dalla grande Virginia Woolf nel saggio "A room of one's own" (Una stanza tutta per se). La scrittrice si inventa una sorella immaginaria di William Shakespeare, con la stessa bravura e ambizione del fratello, ma che non avrebbe mai potuto godere del successo come quello del fratello perché, nell'Inghilterra del XVI secolo, a una donna veniva negata l'accesso all'istruzione e quindi a lei sarebbe stata negata la possibilità di scrivere opere come il fratello, Costretta a fuggire dalla famiglia, vinta dalla frustrazione, la donna si suicida. Virginia Woolf, parlando del suo personaggio disse : "Qualsiasi donna nata con un grande dono nel sedicesimo secolo sarebbe certamente impazzita" spiega la Woolf, sul perché una donna nata con un talento, durante l'epoca di Shakespeare, non avrebbe potuto vivere come una donna di genio "si sarebbe uccisa o avrebbe terminato i propri giorni in qualche solitaria casa di campagna fuori dai villaggi, mezza strega, mezza maga, temuta e derisa da tutti."

Virginia Woolf


La cover star del 45 giri è l'attrice inglese, Pat Phoenix, nativa di Manchester, che divenne famosissima in patria per la sua lunghissima partecipazione alla soap opera "Coronation Street", dove interpretò il ruolo di Elsie Tanner, un personaggio dalla chioma rossa che intrigò il pubblico britannico con storie torbide e proibite che le valsero il titolo di "prima bomba sexy della TV britannica". Anche il Primo Ministro John Callaghan affermò che la Phoenix era "la cosa più sexy vista in TV". Presente nella serie ininterrottamente dal 1960 al 1973, successivamente dal 1976 al 1984. Divenne così popolare in quel ruolo che, col nome del personaggio da lei interpretato, venne chiamata ad inaugurare un nuovo circuito per gare di velocità a Ellesmere Port, alla presenza di oltre 10.000 persone ! Quando nel 1984 abbandonò la serie, non fu sostituita da nessun'altra nel suo ruolo ma il personaggio continuò a "vivere" anche se non compariva mai. La storia la voleva in Portogallo sposata ad una vecchia fiamma fino a quando, nel 2004,  fecero morire il suo personaggio in un incidente stradale. Praticamente il personaggio sopravvisse per molto tempo alla sua interprete. Pat Phoenix morì infatti nel 1986.




Pat Phoenix nel ruolo di Elsie Tanner in una puntata di "Coronation Street"




"That Joke Isn't Funny Anymore/Meat Is Murder" - 1985






Il singolo tratto dall'album "Meat Is Murder" rappresenta uno dei momenti più intensi della produzione di Morrissey con gli Smiths. "That Joke Isn't Funny Anymore" ha un testo sofferto, se vogliamo drammatico, trattando il delicato tema del bullismo di cui, forse in passato, fu stato vittima lui stesso. Nel testo, la frase"I've watched this happen in other people's lives and now it's happened in ours" è ripresa da un dialogo del film "Alice Adams" (Primo Amore) del 1935 del regista George Stevens, ed è la storia di due ragazze della provincia americana, di modesta estrazione sociale, che tentano, vanamente, di farsi strada nell'alta società. Protagonista del film è la grande Katharine Hepburn. Sul vinile vi è incisa la frase OUR SOULS, OUR SOULS, OUR SOULS. Per quanto riguarda la copertina, il viso del bambino che vi compare è stato preso dal film ucraino "The Enchanted Desna" del 1965, della regista Julia Solntseva. L'identità di questo bambino-attore, è rimasta sconosciuta.


Locandina del film Alice Adams

Il fotogramma del film "The Enchanted Desna" dal quale è stato
 ricavato il primo piano del bambino in copertina


"The Boy With The Thorn In His Side/Rubber Ring/Asleep" - 1985







Se quello del Tendastrisce di Roma rimase l'unico concerto italiano degli Smiths, va ricordato che nel 1987, nel miglior dopo festival che si ricordi, ospitato al Palarock di Sanremo la sera del 5 Febbraio 1987, vi presero parte anche gli Smiths. Una delle cinque canzone che furono interpretate dal gruppo, fu "The Boy With The Thorn In His Side", Lato A di questo singolo. Morrissey ha più volte spiegato che il testo è una allegoria dei difficili rapporti fra la band e l'industria discografica. La loro scelta di rimanere con una etichetta indipendente e le numerose critiche che Morrissey e Marr  avevano fatto a più riprese all'establishment, aveva creato un clima pesante attorno alla band. L'industria discografica viene vista come "una spina nel fianco" che, in alcuni casi, arrivò a boicottare la band ostacolando o impedendo persino i passaggi radiofonici, a dispetto del grande seguito che gli Smiths godevano fra i ragazzi britannici. Sul vinile del 45 giri vi è incisa la frase ARTY BLOODY FARTY (Maledetta scoreggia artistica), mentre nell'edizione da 12" la scritta incisa nel vinile è differente : IS THAT CLEVER. In copertina vi è una foto di Truman Capote scattata da Cecil Beaton nel 1949. In una intervista Morrissey raccontò a proposito : " Un cero componente degli Smiths, che sfortunatamente è ancora vivo, quando vide la copertina disse " E' Ernie Wise ?" (noto comico britannico). Oh Dio mio...."




"Bigmouth Strikes Again/Money Changes Everything/Unlovable" - 1986





"Bigmouth Strikes Again" è un singolo che vede la luce dopo 9 lunghi mesi di inattività del gruppo , a causa di beghe contrattuali che avevano preoccupato, e non poco, la Rough Trade. Oltretutto la casa discografica nutriva molte perplessità per l'ostinazione di Morrissey e Marr, di indicare questo pezzo come nuovo singolo contro "There Is A Light That Never Goes Out" proposto dalla casa discografica. Morrissey, parlando di "Bigmouth Strikes Again" confessò che, tutte le volte che l'ascoltava per radio, finiva sempre per farsi delle risate che lo mettevano di buon umore. La canzone era una specie di parodia che dipingeva lo stesso Morrissey, come una specie di  Giovanna d'Arco, incompresa e vittima di attacchi e che come Giovanna d'Arco, finirà al rogo a causa della sua "bocca larga" (uno che parla troppo). Nel verso della canzone "And now I know how Joan of Arc felt/Now I know how Joan of Arc felt/As the flames rose to her roman nose/And his hearing-aid started to melt" (E ora so come si sentiva Giovanna d'Arco / Ora so come si sentiva Giovanna d'Arco / Mentre le fiamme salivano al suo naso aquilino / E il suo apparecchio acustico iniziava a sciogliersi) vi è un preciso riferimento al cantante che, nelle sue prime apparizioni amava esibirsi in pubblico e in TV con un apparecchio acustico pur non avendone bisogno. In copertina vi è una foto di James Dean in sella a una moto, in una foto scattata da Nelva Jean Thomas. Morrissey ha sempre nutrito una passione smisurata per James Dean, scrivendo su di lui anche un libro "James Dean is not dead" e dedicandogli una canzone (Suedhead) scritta dopo lo scioglimento degli Smiths. Morrissey girò anche un video di questa canzone che lo vede ripercorrere tutti  i luoghi frequentati dallo sfortunato attore  a Fairmount, nello stato dell'Indiana, dalla scuola al cimitero in cui è sepolto. Parlando di James Dean, Morrissey dichiarò :"Sono rimasto sempre affascinato dal fatto che egli è sempre stato così bello, indipendentemente dal tipo di vestiti che poteva indossare. Anche con un vecchio straccio lui era sempre sorprendente. Quindi per me è l'unica persona che sembrava sempre perfetta. Ho visto Rebel Without a Cause quasi per caso, quando avevo sei anni ed ero completamente preso. Ho fatto qualche ricerca su di lui ed era come la tomba di Tutankhamon che, dissotterrata, sembrava così meravigliosamente perfetta. Quello che ha fatto nel film non mi interessava più di tanto, ma come persona era immensamente prezioso. Tutto: dalla sua nascita in un paese agricolo al suo arrivo a New York, il successo nel cinema e scoprire che lui in realtà non voleva tutto questo. A scuola era un disastro assoluto, perché nessuno veramente si curava di lui. Nessuno aveva avuto una passione per lui, come me. Per quel suo disagio costante nei confronti della vita. Anche se stava facendo enormi passi avanti con il suo mestiere, era ancora incredibilmente triste e ovviamente condannato. Che era esattamente la qualità che Oscar Wilde aveva. Questo tipo di conoscenza mistica che ci sia qualcosa di incredibilmente oscuro dietro l'angolo. Le persone che sentono queste cose sono abbastanza particolari e finiscono sempre nei casini." 


Morrissey accanto alla tomba di James Dean, a Fairmount - Indiana 
Morrissey posa come J.Dean nella fotto di copertina nella stessa location



Morrissey posa come James Dean davanti la tomba di un antenato dell'attore


Continua

sabato 23 novembre 2019

The Smiths. Viaggio sentimentale attraverso le copertine dei loro dischi - Prima parte : Gli Album




E' la sera del 14 Maggio del 1985. A Roma, al Tendastrisce, è in programma un concerto della band britannica più in voga del momento, The Smiths. Il concerto romano doveva far parte di un mini tour  che avrebbe dovuto comprendere altre due esibizioni, una delle quali a Firenze. Per ragioni che non furono mai pienamente chiarite, il concerto romano rimase l'unico di quel mini tour e l'unico in assoluto in Italia della band di Manchester. Si parlò di minacce di morte ricevute da Morrissey, cantante e anima del gruppo. Se Morrissey era il poeta dal quale nascevano i bellissimi testi delle loro canzoni, Johnny Marr era l'anima musicale del gruppo, capace di elaborare melodie accattivanti, ora morbide, ora spigolose e, negli accordi che venivan fuori dalla sua Rickenbacker, spesso c'era qualcosa di ipnotico che catturava l'ascoltatore, già ammaliato dalla voce di Morrissey e dai suoi testi colti, carichi di riferimenti letterari, cinematografici ed anche riferimenti a fatti di cronaca. Un universo così denso da esplorare, in cui non è facile mettere ordine specie per chi britannico non è. Ed è forse proprio questa la chiave per capire i motivi dello scarso seguito che gli Smiths ebbero nel nostro paese, almeno negli anni in cui la band rimase unita ed attiva. In un paese come il nostro, dove non si ha molta dimestichezza con l'inglese, capire i testi degli Smiths, spesso contenenti parole dall'uso poco comune, in qualche caso desuete, diventava cosa difficile. Impossibile apprezzare le loro canzoni solo per la melodia che pur rimaneva di altissima qualità. Quasi a compensare questa cosa, in quel concerto romano gli Smiths diedero veramente il meglio di loro stessi, riuscendo ad instaurare un feeling incredibile con il folto pubblico presente e la cosa colpì profondamente Morrissey che anni dopo, quando la band si era sciolta, si trasferì per qualche tempo a vivere nella città eterna della quale si era profondamente innamorato e alla quale dedicò uno dei suoi pezzi più belli, "You Have Killed Me".


Il biglietto dell'unico concerto italiano degli Smiths
 al Tendastrisce di Roma

Locandina del concerto 


Di quella memorabile serata esiste una registrazione che fu sfruttata per la pubblicazione di un bootleg con copertina dedicata ad Anna Magnani. Già, le copertine.....Non esiste al mondo un'altra band che ha fatto delle copertine, una parte integrante e indissolubile del disco come gli Smiths e  Morrissey nella sua esperienza solista. Di esse se ne occupava personalmente Morrissey con il benestare della casa discografica e degli altri membri della band. Johnny Marr ha dichiarato più volte che quando la copertina era pronta era sempre come ammirare un piccolo capolavoro."Le copertine erano parte integrante del gruppo" secondo Geoff Travis, capo della Rough Trade "e Morrissey era il migliore a crearle. Non abbiamo mai dato dei suggerimenti per fare meglio."

Anna Magnani cover star del bootleg dell'unico concerto italiano degli Smiths
tenutosi a Roma il 14 maggio 1985 sul palco del Tendastrisce 


"Il resto della band non aveva alcun coinvolgimento nella creazione delle copertine" dichiarò Johnny Marr. "Ero più che felice che andasse in quel modo. Perché ogni volta che ho visto l'artwork sono sempre stato felice, impressionato e sorpreso. Quello che Morrissey ha fatto è stato di prendere tutte queste influenze che significavano qualcosa per lui, provenienti da posti molto diversi, e dare loro una continuità. I fans degli Smiths potevano identificarsi immediatamente." Ed è davvero un piccolo universo personale quello di Morrissey, fatto di persone, cantanti, attori e personaggi appartenenti alla cultura e alla società britannica e anglosassone in genere, dentro il quale Morrissey attinge per creare i suoi testi e le sue copertine, un universo molto "british" ma con qualche importante eccezione, come il neorealismo italiano ad esempio e, in particolare, Pier Paolo Pasolini.

Steven Patrick Morrissey (il suo nome completo) aveva visto segnata la sua fanciullezza dai terribili delitti della brughiera (Moors Murders) che funestarono Manchester fra il Luglio del 1963 e l'Ottobre del 1965, ad opera  di Myra Hindlay e Ian Brady, coppia spietata di killers di innocenti adolescenti, triste vicenda che ispirò  a Morrissey la canzone "Suffer Little Children".

Myra Hindley e Ian Brady, i killers dei delitti della brughiera che
funestarono Manchester fra il 1963 e il 1965


Le vittime dei delitti della brughiera


Quel ragazzo occhialuto ed introverso era solito trascorrere le sue giornate chiuso in camera, strenuamente impegnato ad intavolare una fitta corrispondenza con giornali musicali come il New Musical Express o a leggere Oscar Wilde, ma era anche un appassionato spettatore della storica serie TV  "Coronation Street", in onda sin dal lontano 1960, le cui locations fecero spesso da sfondo a video e foto del gruppo. Poi c'era la musica, naturalmente, la sua passione per il Glam Rock e una passione per la band dei "New York Dolls" unita a quella per le interpreti femminili degli anni '60 del panorama musicale soprattutto britannico, alcune delle quali convinte da lui a tornare sul palco, fra le quali Sandie Shaw e Nancy Sinatra, da tempo lontane dai riflettori, donando loro nuova popolarità  scrivendo per loro canzoni di successo, oppure coinvolgendo la band nell'incisione di alcune cover di  Twinkle e Cilla Black. Quel mondo tutto al femminile annoverava anche la nostra Gigliola Cinquetti e, soprattutto Rita Pavone, indicata più volte da Morrissey come una delle sue preferite in assoluto.  Morrissey aveva aspettato il giusto detonatore per far esplodere tutta la sua potenzialità di autore di testi mai banale, ridondanti di riferimenti provenienti da quell'universo di cui si nutriva e che, come una spugna, aveva assorbito profondamente e aveva fatto suo. E il giusto detonatore fu il suo incontro con Johnny Marr, il predestinato alter ego musicale di Moz, entrambi di origini irlandesi, entrambi vegani ed entrambi cattolici. Fu come togliere il tappo ad una enorme diga e subito una ondata inarrestabile di testi e canzoni si riversò sulla scena britannica con un crescente consenso di pubblico e una popolarità che raggiunse picchi impensabili arrivando, addirittura, ad avvicinarsi alla grande popolarità dei Beatles. In un sondaggio del 2002 della rivista New Musical Express, gli Smiths furono indicati come "la band più influente di tutti i tempi" e ben 4 dei loro album, furono inseriti dalla rivista Rolling Stone, nella classifica dei 500 album migliori di tutti i tempi. Della band facevano parte anche Mike Joyce (batteria) e Andy Rourke (basso) ed il loro apporto, se pur importante, rimase limitato ad un ruolo puramente complementare. I quattro non furono mai realmente amici, anzi. Morrissey, un salutista nato, non sopportava  Andy Rourke per certi suoi atteggiamenti che lo avevano portato nel mondo della tossicodipendenza, dell'eroina in particolare, tanto che, nel 1986, Morrissey lo allontanò dal guppo sostituendolo con Craig Gannon e la maniera usata dallo stesso Morrissey fu abbastanza inconsueta. Rourke fu informato con un foglietto appiccicato sul parabrezza della sua macchina su cui vi era scritto "Andy - hai abbandonato gli Smiths. Addio e buona fortuna". Fu un allontanamento brevissimo durato solo 2 settimane. Rourke fu reintegrato nel gruppo alla vigilia della partenza per un tour mondiale della band che appena un anno dopo, nel 1987, si scioglie fra lo sconforto dei fans in parte mitigato dalla carriera solista di Morrissey. 




Le copertine degli Smiths : Gli Album


"The Smiths" - 1984




Per il primo album degli Smiths, Morrissey scelse una foto dell'attore statunitense di origini italiane, Joe Dallessandro. Si tratta di un fotogramma del film "Flesh" di Andy Warhol e Paul Morrissey del 1967 nel quale Dallessandro interpretava la parte di un prostituto. Dopo un infanzia difficile trascorsa fra l'orfanotrofio e il riformatorio, Joe Dallessandro cominciò a guadagnarsi da vivere prostituendosi e facendo l'attore di film porno gay, posando nudo per molti fotografi vivendo una vita sempre al limite, condizionata dalla tossicodipendenza.




"Meat Is Murder" - 1985





Per questo album la foto di copertina è tratta dal film documentario "The Year of the Pig" del 1968, opera del regista statunitense Emile de Antonio e mostra il Caporale dei Marines Michael Wynn con la scritta "Meat is Murder" (La carne è omicidio) sull'elmetto che indossa. In realtà la scritta era un'altra e, precisamente, "Make War Not Love" (Fate la Guerra, non l'Amore), come si può vedere nella foto originale. Si tratta di un adattamento che Morrissey, notoriamente vegano, ha apportato alla foto per metterla in sintonia col titolo dell'album.




"The Queen Is Dead" - 1986




La cover star dell'album "The Queen Is Dead" è  un Alain Delon morente, ripreso in un fotogramma del film francese "L'Insoumis" del 1964, del regista Alain Cavalier. In italiano il film uscì con il titolo "Il ribelle di Algeri". Morrissey scrisse a Delon chiedendo il permesso di utilizzare questa immagine. L'attore rispose dichiarandosi lusingato della cosa ma, in una sua biografia, Morrissey rivelò che Delon aggiunse anche che i suoi genitori furono contrariati che una sua immagine finisse su un disco inglese che aveva per titolo "La Regina è Morta". In realtà il disco avrebbe dovuto intitolarsi "Margareth on the Guillotine", titolo dal significato polemico verso la Sig.ra Tatcher e il suo governo, ma poi si optò per "The Queen is Dead" anche per rimarcare la posizione fortemente antimonarchica di Morrissey e degli altri componenti del gruppo. All'interno della copertina apribile, compare una foto del gruppo ripreso davanti al Salford Lad's Club, un club ricreativo sito a Ordsall sull'angolo con Coronation Street a Salford, sobborgo di Manchester. E' una delle location della soap opera "Coronation Street", serie televisiva di culto del giovane Morrissey, location che, assieme ad altre, è ricorrente in molte foto e filmati di Morrissey e gli Smiths.



All'interno dell'album apribile, la foto davanti Salford Lads Club, nota location
della serie TV "Coronation Street, situato sull'angolo con la via omonima.

DVD con gli episodi dei primi 10 anni della soap britannica "Coronation Street".
Ambientata in un sobborgo operaio di Manchester, la serie ha avuto in Morrissey, un accanito fan 



Alain Delon e Lea Massari nella locandina del film 


"Strangeways, Here We Come" - 1986






"Strangeway, Here We Come" è l'ultimo album degli Smiths. La critica lo accolse con qualche riserva ritenendolo inferiore ai precedenti e, secondo alcuni, risente di alcuni screzi insorti fra i membri della band, durante la sua registrazione. Curiosamente tutti i membri della band, a partire da Morrissey, hanno sempre dichiarato di ritenere questo album il migliore in assoluto. Questo album contiene l'unico pezzo degli Smiths in cui Morrissey, oltre che cantare, suona uno strumento e, precisamente, il pianoforte nel pezzo "Last Night I Dreamt", ritenuto dallo stesso Morrissey, il miglior pezzo in  assoluto fatto dagli Smiths. Il titolo dell'album fa riferimento alla Strangeways Prison, il terribile carcere vittoriano di Manchester che, a seguito di una violenta rivolta verificatasi nel 1990, fu interamente ricostruito. Il volto sulla copertina dell'album è quello dell'attore americano, ma di origini spagnole e finlandesi, Richard Davalos (nonno dell'attrice Alexa Davalos) ripreso in una scena del film "La Valle dell'Eden" in cui compare assieme a James Dean. Il titolo dell'album ricalca una battuta del protagonista del film "Billy Liar" (Billy il bugiardo), "Borstal, here we come !". Il film era tratto da un libro di Keith Waterhouse ed è un imprescindibile cult movie per Morrissey, costante fonte di ispirazione per molte delle sue canzoni.

Richard Davalos assieme a James Dean in una scena del film "La Valle dell'Eden".
 Da questo frame è stato preso il primo piano del viso di Davalos che compare sulla copertina


Originariamente nelle intenzioni di Morrissey, sulla copertina di questo album avrebbe dovuto esserci l'attore Harvey Keitel in una immagine presa da un film di Martin Scorsese del 1967 "Who's that knocking at my door ?" ma l'attore respinse fermamente la richiesta e non diede mai l'autorizzazione.


La copertina mancata con il volto di Harvey Keitel; sotto due foto di Harvey Keitel



Direttamente sul vinile vi è incisa la seguente frase : GUY FAWKES WAS A GENIUS. Guy Fawkes era uno dei rivoltosi cattolici  che, nel 1605, capeggiarono la famosa Rivolta delle Polveri che mirava a far saltare in aria la Camera dei Lord nel tentativo, fallito, di sterminare tutti i suoi rappresentanti incluso il Re Giacomo I. Catturati furono poi condannati ad una morte atroce : furono tutti impiccati e, successivamente, decapitati e squartati. 




"Rank" - 1987



Uscito postumo, nel 1987, "Rank" è un album Live realizzato grazie a una registrazione della BBC, di un grande concerto della band tenutosi alla National Ballroom di Kilburn il 23 ottobre 1986. La track list comprende 14 brani scelti da Morrissey con l'approvazione di Johnny Marr. L'album avrebbe dovuto intitolarsi "The Smiths In Heat" ma Morrissey decise di omaggiare il magnate della cinematografia britannica J. Arrthur Rank, ma questa scelta aveva un fine ambiguo. La parola "rank" è il modo in cui si pronuncia nel dialetto cockney la parola "wank" che significa "masturbarsi". La cover star della copertina dell'album è l'attrice inglese Alexandra Bastedo che, a cavallo fra gli anni '60 e '70, fu un vero sex symbol. L'omaggio di Morrissey è dovuto anche al fatto che la Bastedo è vegana come lui e, come lui, un'accesa sostenitrice dei diritti degli animali. Curiosità : direttamente sul vinile vi è incisa la parola "PEEPHOLISM"  (peep = sbirciare)




Le Compilation


"Hatful Of Hollow" - 1984





Si tratta di una compilation che raccoglie, prevalentemente, alcune registrazioni radiofoniche della BBC Radio 1 durante la partecipazione del gruppo al programma di John Peel e David Jensen risalenti al 1983. E' un disco che non può mancare nella collezione di un appassionato degli Smiths. La qualità dei pezzi è, in alcuni casi, superiore alle versioni effettuate in studio e gli stessi membri della band lo hanno affermato a più riprese. Per la copertina dell'album fu scelta una foto del musicista Fabrice Colette in uno scatto del fotografo Gilles Decroix del quotidiano Liberation. Il titolo del disco copre, parzialmente, il tatuaggio che Colette porta sulla spalla, raffigurante un disegno di Jean Cocteau.


La foto originale




"The World Won't Listen" - 1987


Si tratta di una raccolta di B-side  e di singoli relativi agli ultimi 2 anni di attività del gruppo prima dello scioglimento. In copertina vi è una foto di Jürgen Vollmer tratta dal libro "Rock 'N' Roll Times: The Style and Spirit of the Early Beatles and Their First Fans". Vi sono 4 ragazzi presi di spalle che hanno una notevole somiglianza con i 4 componenti degli Smiths. Morrissey raccontò l'enorme disappunto provato quando la Rough Trade pubblicò la versione in cassetta e CD con la foto ritagliata che metteva in primo piano solo il ragazzo al centro della foto. Una decisione definita "incomprensibile" che mortificava  i fans degli Smiths che si identificavano in quei quattro ragazzi. Non fu casuale che nella foto sul retro dell'album, vi fosse una foto con quattro ragazze che ricalcano lo stile delle fans degli Smiths. 


La foto sul retro copertina




"Louder Than Bomb" - 1987


Altra raccolta doppia del 1987 concepito per il mercato americano che è, grosso modo, l'equivalente delle due raccolte "Hatful of Hollow" e "The World Won't Listen", due album rimasti inediti sul mercato d'oltreoceano. La ragazza ritratta in copertina è la drammaturga inglese Shelagh Delany. Aveva solo 19 anni nella foto ed era già diventata famosa grazie al suo romanzo "A Taste of Honey" (Sapore di Miele), testo fondamentale e fonte di ispirazione  per molti testi scritti da Morrissey. "Louder Than Bombs" è, invece, una frase tratta dalla novella "By Grand Central Station I Sat Down And Wept" della scrittrice canadese Elizabeth Smart.




"Best I" & "Best II"






All'inizio del '92,  la WEA acquistò l'intero catalogo degli Smiths dalla storica etichetta indipendente Rough Trade e subito realizzò queste due raccolte di grande successo, uscite a pochi mesi di distanza l'una dall'altra. "Best I" arrivò al primo posto della classifica delle vendite in Inghilterra. Per le 2 copertine fu usata una fotografia scattata da Dennis Hopper  tratta dalla raccolta "Out of Sixties", intitolata "Biker Couple", divisa in maniera tale che le due copertine messe una accanto all'altra, formano la fotografia completa.

"Bikers Couple", foto di Dennis Hopper (1961)



"Singles" - 1995





Altra raccolta pubblicata dalla WEA dopo l'acquisizione dell'intero catalogo degli Smiths e, come recita il titolo, l'album raccoglie i singoli della band di Manchester. Per la copertina venne scelta una foto dell'attrice britannica Diana Dors, famosa pin up degli anni '50, che nel ruolo di attrice, fu proposta come una specie di risposta europea al modello delle "Blonde bombshell"di Hollywood, modello incarnato da attrici come Jayne Mansfield e, ovviamente, Marilyn Monroe. Non era la prima volta che l'attrice di Swindon compariva su una copertina di un disco, la troviamo infatti anche sulla copertina dell'album "Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band" dei Beatles a testimonianza dell'enorme popolarità di cui godeva in patria e in Europa, una popolarità che mai raggiunse invece negli Stati Uniti. La foto di copertina è tratta da una scena del film "Yield To The Night" del 1956, uscito in Italia con il titolo "Gli Uomini Condannano". Spesso nei suoi film recitava la parte dell'amante delusa e la sua avvenenza la portò a girare molti film sexy che spesso sconfinavano nel softcore. In Italia fu protagonista del film di Luigi Zampa "La ragazza del Palio" del 1958. Morì a 52 anni dopo due anni di malattia per un cancro alle ovaie.


La locandina del film "Yield To The Night" con la foto completa usata per la copertina







Sulla copertina di Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band vi è anche Diana Dors, sulla destra con il vestito dorato



Diana Dors assieme ai nostri Brutos





FINE PRIMA PARTE